Comunicato Stampa - Cento anni di mimose per ricordare il sacrificio delle donne. 8 marzo senza il simbolo floreale per le gelate e il maltempo

Comunicato Stampa

Nell'inverno del 1908, a New York, operaie dell'industria tessile COTTON scioperarono per chiedere migliori condizioni di lavoro.
Lo sciopero durò alcuni giorni fino all'8 Marzo quando il proprietario MR. JOHNSON, decise di bloccare le porte della fabbrica imprigionando le operaie al suo interno.
Scoppiò un incendio e le operaie morirono arse dalle fiamme. Fra loro vi erano molte immigrate, anche italiane, che cercavano di affrancarsi dalla miseria con il lavoro.
Rosa Luxemburg propose, in ricordo della tragedia, la data dell'8 marzo come giornata internazionale contro lo sfruttamento e per l'emancipazione sociale della donna.
L'UDI (Unione Donne Italiane) si pose il problema di trovare un fiore che potesse contraddistinguere questa giornata speciale, la scelta cadde sulla Mimosa, un fiore di origine australiana che fiorisce proprio in quel periodo ed è facilmente reperibile. L'usanza di regalare mimose per la festa della donna è diffusa in Italia solo in dal 1946.
La mimosa è un tipico fiore della riviera di ponente che per il 40% è coltivata a fronde fiorite e rappresenta una delle produzioni più significative della filiera floricola rivierasca. Circa il 95% della mimosa coltivata e venduta in Italia arriva da quella zona. Le aziende che coltivano questo fiore sono circa un migliaio, realizzando una produzione annua che si aggira sui 25 mila quintali ed un giro di affari di circa 10 milioni di euro.
Si può dire che la mimosa sia venduta grosso modo principalmente in Italia il cui mercato assorbe, nel periodo della Festa della donna, la quasi totalità della produzione. Si tratta delle varietà più tipiche come la "tournaire" e la "gaulois" che fioriscono a gennaio e febbraio.
Ma quest'anno la fioritura della Mimosa rispetto allo scorso anno è in ritardo e per la Festa della Donna c'è il rischio che la produzione non riesca a far fronte alla richiesta e quindi che la celebrazione della ricorrenza debba fare a meno dell'ormai  famosissimo simbolo floreale.
Le cause vanno ricercate nelle temperature fredde che hanno contraddistinto le scorse settimane e che hanno condizionato una coltivazione particolarmente bisognosa di temperature miti e di tanto sole non potendo, peraltro, essere effettuata in serra.
La minore produzione delle ultime settimane ha ovviamente generato un forte rialzo dei prezzi. In questi giorni, la mimosa viene commercializzata alla produzione, sul mercato sanremese, ad un prezzo medio intorno ai 5 euro al chilo, contro i 3 euro del prezzo medio di un anno fa, quando la produzione, in linea di massima, non aveva avuto problemi determinati dalle condizioni atmosferiche.
Ad aggravare la situazione, poi, si aggiunge il problema dell'abusivismo commerciale: tutti gli anni, come consuetudine, in ogno angolo di strada, ad ogni semaforo, su tutto il territorio nazionale, si assiste alla vendita abusiva di mimose.
Da sempre l'ASSOFIORISTI si batte contro questo fenomeno, ribadendone in tutte le sedi istituzionali regionali e nazionali la gravita e l'estensione che danneggia ed umilia le piccole e medie imprese, sia sul piano economico che su quello sociale.
Per questo e per fronteggiare una situazione che negli altri Paesi sarebbe intollerabile, la categoria, da sempre rispettosa delle regole commerciali e dell'etica, invita, con l'approssimarsi della ricorrenza dell'8 marzo, tutte le autorità competenti, a vigilare attivando le necessarie procedure per far cessare questo fenomeno a tutela degli esercenti e degli stessi consumatori.

Roma, 6 marzo 2009

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