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Un grande abbraccio, semplice e genuino quanto un bracciatello, uno di quei biscotti fatti con tanta passione dalle azdore, come vengono chiamate le massaie in dialetto romagnolo. È quello che hanno riservato al Papa gli abitanti di Cesena e dei paesi limitrofi durante la visita alla città e alla diocesi durata due intere ore: dalle 8, quando è atterrato all'eliporto nei pressi dell'ippodromo del Savio, fino alle 10, quando è decollato alla volta di Bologna.
Francesco ha voluto così unirsi alla commemorazione dei trecento anni della nascita di Pio VI. Del resto Cesena è chiamata anche la città dei Papi, per aver dato i natali, oltre che a Giannangelo Braschi (1717-1799) morto in esilio in Francia, anche al suo successore Pio VII, al secolo Barnaba Chiaramonti (1742-1823). E non è la prima volta che la città riceve la visita di un Pontefice: Pio VI vi passò nel 1782, Pio IX nel 1857, quando visitò le Romagne, e Giovanni Paolo II dall'8 al 9 maggio 1986.
Accolto dal Vescovo Douglas Regattieri, dal Prefetto di Forlì-Cesena, Fulvio Rocco de Marinis, dal Presidente della Provincia di Forlì-Cesena, Davide Drei, e dal Sindaco di Cesena, Paolo Lucchi, il Pontefice ha preso posto sulla papamobile scoperta, percorrendo tra due ali di folla festante le strade che portano a Piazza del Popolo, dove l'attendeva la popolazione cesenate e dei comuni del circondario, rappresentati dai diciassette gonfaloni schierati sotto un arco del loggiato del municipio.
Nel grande spiazzo, diviso in otto settori, hanno trovato spazio un centinaio di ammalati e disabili, alcuni detenuti della casa circondariale di Forlì accompagnati dalla Direttrice e un gruppo di rifugiati. Al termine dell'incontro, prima della benedizione, il Papa si è congedato dalla folla con queste parole: «Vi ringrazio per l'accoglienza calorosa, ma prima di andarmene, vorrei salutare, avvicinarmi almeno, a quelli che con la loro sofferenza, il loro dolore, sostengono in silenzio, lo sviluppo della città. Arrivederci». Quindi, ha incontrato alcuni malati, portatori di handicap e bambini costretti sulla sedia a rotelle.
L'addobbo del palco papale è stato curato dai commercianti di Assofioristi-Confesercenti. Sul rosso della struttura risaltavano le composizioni di garofani bianchi e festoni di medeola, una fronda di verde molto delicata. Al termine, il primo cittadino di Cesena ha donato al Pontefice, a nome dell'Amministrazione Comunale, due medaglie realizzate da Ilario Fioravanti: una raffigura la Madonna del popolo, l'altra celebra il bicentenario dell'incoronazione dell'immagine mariana avvenuta nel 1782 per opera di Papa Braschi.
Risalito a bordo della papamobile, Francesco si è diretto verso la Cattedrale dedicata a San Giovanni Battista. Lungo il tragitto si è fermato davanti al Palazzo del Ridotto, dove il Sindaco Lucchi ha scoperto una targa per l'inaugurazione del nuovo Largo Pio VI dedicato al Pontefice cesenate. Tra le due file di transenne, un grande sventolio di fazzoletti e di bandierine. Molti gli striscioni con scritto: Cesena ti ama, Benvenuto Santo Padre, Cesena è una Chiesa in uscita. Numerosi i fedeli commossi che gridavano: «Viva il Papa!».
In Piazza Giovanni Paolo II, davanti al Duomo, Francesco è stato accolto dalla gioia contagiosa di millecinquecento bambini che sventolavano drappi bianchi e gialli. Con loro gli educatori e il Coro Diocesano Alma Canta, composto da duecento elementi. Più raccolta l'Assemblea di ottocento tra sacerdoti, religiosi e religiose, diaconi e laici che lo attendevano all'interno del tempio. Dopo aver pregato davanti al Santissimo Sacramento nella Cappella della Madonna del Popolo, il Papa si è fermato a salutare una ventina di ammalati. Tra questi anziani, particolarmente commossi, una religiosa di 105 anni, Suor Imelde Assirelli, delle Ancelle del Sacro Cuore del Convento di San Carlo, e Don Mario, prete novantasettenne, che ha tenuto il conto di tutte le messe celebrate nella propria vita: 29.880.
Molto emozionato Don Sauro Rossi, già parroco a Macerone e San Domenico, ospite nella casa di riposo Don Baronio.
Si trovava nel presbiterio insieme agli altri ammalati quando il Papa si è avvicinato per salutarlo. Don Rossi gli ha chiesto un autografo sul suo libro "Chi sono io per giudicare?", curato da Anna Maria Foli (Edizioni Piemme, settembre 2017, pagine 228), che raccoglie gli interventi del Pontefice su perdono, grazia, giudizio, omosessualità, divorziati risposati, contenuti in omelie, interviste e discorsi. Il Papa non si è tirato indietro davanti alla richiesta e ha firmato una dedica: «Don Sauro Rossi.
Francesco. 1° ottobre 2017 (Duomo di Cesena)». Il Pontefice ha anche scritto un messaggio sul registro personale di Monsignor Walter Amaducci, Vicario per la Pastorale e Responsabile del Comitato Organizzatore della visita papale: «Con la mia benedizione e chiedo, per favore, di pregare per me. Francesco 1-10-2017».
Dopo aver pronunciato il suo discorso, in Sacrestia il Pontefice ha incontrato i membri della casa famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII, che da qualche settimana abitano in episcopio, nell'appartamento ricavato per loro, per volontà del Vescovo, nei locali della ex curia.
Al termine della visita allietata dai canti eseguiti dalla corale Santa Cecilia della Cattedrale, diretta dal Maestro Gianni Della Vittoria il Vescovo ha donato al Pontefice un quadro realizzato dall'artista toscano Giovanni Chiapello, raffigurante il Compatrono della Diocesi San Vicinio. Il Papa ha donato alla Diocesi un calice. Infine Francesco ha impartito la benedizione e all'uscita ha salutato i giovani presenti in Piazza, che gli hanno tributato un'ovazione. Verso le 10 è salito sull'elicottero decollato alla volta di Bologna.
Lo hanno accompagnato, in questa visita in Emilia-Romagna, l'Arcivescovo Becciu, sostituto della Segreteria di Stato, Monsignor Sapienza, reggente della Prefettura della Casa Pontificia, gli aiutanti di Camera Mariotti e Zanetti, e i Direttori della Sala Stampa della Santa Sede, Burke, e dell'Osservatore Romano.
Imponente il numero di volontari che si sono messi a disposizione per la giornata: a Cesena in duecentoventotto hanno risposto al Bando comunale, duecentotrenta erano a disposizione per il soccorso sanitario e duecentosessanta della Protezione Civile; centoquaranta quelli organizzati dalla Diocesi, in gran parte scout.
La Chiesa di Cesena-Sarsina si era preparata con varie iniziative: domenica 24 settembre, in tutte le comunità e chiese della Diocesi si era svolta una raccolta straordinaria, il cui ricavato è stato donato per la carità del Papa. Mentre la sera di venerdì 29, nel Santuario di Santa Maria del Monte una veglia di preghiera era stata presieduta dal Vescovo Regattieri.
Fonte: "Osservatorio Romano" - Inviato Nicola Gori