8 marzo, Patrizia De Luise: "Imprese femminili volano di crescita economica e sociale"

"Ma c'è ancora lavoro da fare per eliminare discriminazioni"

“Una giornata per celebrare la forza e la dignità delle donne, e ricordare a tutti il loro ruolo chiave nel progresso del Paese, sia dal punto di vista economico che sociale. Ma anche per sottolineare cosa manca per realizzare a pieno il potenziale femminile di questo Paese, dal lavoro alla società civile”. È questo l’auspicio di Patrizia De Luise, Presidente del Coordinamento Nazionale dell'Imprenditoria Femminile di Confesercenti che, in occasione della Giornata Internazionale della Donna, quest'oggi sarà ricevuta anche dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
“Nella grave fase economica che stiamo attraversando, con un saldo negativo tra aperture e chiusure di imprese, si registra un trend positivo nell’imprenditorialità femminile. Le attività “in rosa” sono concentrate soprattutto (per il 64% del totale) nel settore dei servizi privati, contro il 52% di quelle maschili”.
“Un fenomeno che in parte - spiega De Luise - si giustifica come una risposta all’emergenza di inoccupazione delle donne, e che conferma il ruolo chiave che le imprese femminili possono e devono giocare per la crescita del nostro Paese. Come sostengono molti grandi economisti, per l’Italia raggiungere la piena occupazione femminile è un passo necessario per aumentare il Prodotto Interno Lordo e, aggiungiamo noi, per l’evoluzione della società italiana. C’è però ancora del lavoro da fare per eliminare tutti gli ostacoli e le discriminazioni che le donne imprenditrici trovano sul loro percorso. Innanzitutto potenziando e modificando le strutture di welfare, in modo che le lavoratrici in proprio non si debbano trovare sole nella cura della famiglia e dei figli. Ma dobbiamo intervenire a supporto delle imprenditrici anche sul tema del credito, dove le donne - nonostante siano in media più solvibili - vedono le proprie richieste rifiutate più spesso degli uomini; ma anche sulla questione della sicurezza. Rendere le città più vivibili e sicure, infatti, vuol dire tutelare anche le donne lavoratrici, che sempre più spesso si muovono in orari a rischio: pensiamo, per citare solo alcuni esempi, alle donne imprenditrici nel settore della ristorazione o della ricezione turistica”.

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