Liberalizzazioni, Vivoli: “A rischio non solo i negozi, ma la qualità della vita”

"Nei centri storici e nei quartieri si moltiplicano i cartelli vendesi o affittasi, e le serrande abbassate spiegano molto meglio dei numeri la profondità della crisi che investe le imprese del commercio. Il tradizionale modello di rete diffuso dagli esercizi di vicinato integrata con il tessuto territoriale rischia di venir meno grazie ad una liberalizzazione selvaggia senza regole - ha ammonito il vice presidente vicario di Confesercenti, Massimo Vivoli, intervistato durante la trasmissione di Uno Mattina in onda stamane su Rai 1 - facendo mancare un supporto fondamentale capace di garantire vivacità e vivibilità del territorio in grado di tramandare cultura, esperienza, sicurezza e servizio".
"Nel corso dell'ultimo decennio - ha proseguito Vivoli - si è affermata una filosofia ed una politica, che giudichiamo sbagliata e che ha portato a voler "modernizzare" la rete distributiva, immettendo dosi massicce di grande distribuzione ed ora, appunto, una liberalizzazione degli orari. Vogliamo ricordare che lo stesso Parlamento Europeo, poco più di un anno fa, denunciava come il vero rischio per il libero mercato sia la concentrazione in poche mani delle rete commerciale. Ai liberisti di sempre e a quelli dell'ultima ora vogliamo ricordare che l'attuale gravissima crisi economica è la drammatica dimostrazione che una economia senza regole può solo produrre danni, a volte devastanti".
"A che servono i negozi, le botteghe, i bar nei centri delle città Non servono solo a far cassa. Per quello basta un centro commerciale. I negozi cittadini - ha detto Vivoli - sono più di un registratore di cassa, sono parti virtuali di un essere pulsante vivo: la città. Le botteghe cittadine sono una delle realtà più antiche del nostro Paese e attorno alle quali brulicava la vita di paesi e città e quella socialità che tutto il mondo ci invidiava. Una liberalizzazione senza regole, aperture 24 ore su 24, rischia di fare terra bruciata, quindi, non solo di tanti negozi ma della qualità della vita di tutti noi".
"Riassumendo le nostre osservazioni - ha concluso Vivoli - va sottolineato che:

- le piccole e medie imprese sono un fattore determinante del "capitale sociale territoriale" per la loro funzione sociale di servizio diffuso al consumatore, il contributo alla qualità della vita, alla vitalità degli spazi urbani e alle relazioni sociali - invece di stravolgere questo tessuto del commercio di vicinato occorre puntare sullo sviluppo integrato del turismo, del commercio e delle attività culturali delle città come centri della conoscenza, mettendo in valore tutto il grande patrimonio storico, architettonico, culturale ma anche di civiltà e qualità della vita delle nostre città,

- il rischio di chiusura aumenterà, inevitabilmente, per i piccoli esercenti che faticheranno ulteriormente a reggere il passo dei colossi della grande distribuzione,

- visto che nel 2012 si prevede una ulteriore contrazione dei consumi, l'idea di tenere aperte le attività commerciali 24 ore su 24, significa che mentre diminuiranno gli acquisti, cresceranno i costi,

- è saggio, allora, varare una totale deregulation negli orari commerciali, che rischia di far chiudere un numero consistente di piccole attività di vicinato?

Va, invece, ricordato che qualunque cosa si pensi dei negozi di vicinato, la loro presenza oltre che utile è un potente antidoto all'imbarbarimento della vita di tante strade cittadine e costituiscono sono un presidio per la sicurezza e la vivibilità dei centri storici".

torna su