Liberalizzazioni, dal Governo passi indietro e forzature inaccettabili

La gravità della crisi è indubbia ed il senso di responsabilità delle imprese si è più volte manifestato con coerenza. Ma incoerenti e sbagliate sono alcune decisioni che la manovra sta varando e che colpiranno ingiustamente e senza ragione soprattutto le Pmi del commercio. Siamo arrivati ad un punto che richiede una svolta immediata che dia sostegno alle famiglie ed aiuti le Pmi a resistere e rilanciarsi. Il Governo, però, mentre ha compiuto passi indietro su una serie di liberalizzazioni di cui il Paese ha bisogno, ha voluto insistere solo su quella più sbagliata, e che riguarda gli orari nel commercio. Una misura che determinerà aggravi e chiusure, favorirà esclusivamente la grande distribuzione, e non avrà alcun effetto sui consumi. Che resteranno comunque al palo, visto che non è certo un orario di apertura 24 ore su 24 la soluzione alla recessione ed all'aggravio fiscale sulle famiglie sempre più insopportabile. Come si fa a non capire che le famiglie italiane non consumano perché l'economia non cresce? Chi può pensare che leghino le loro spese agli orari di apertura dei negozi o dei centri commerciali in una fase economica e sociale nella quale domina l'incertezza sul futuro? Ma come si fa soprattutto a non comprendere che il lavoro passa dalle piccole e medie imprese e che la qualità della vita urbana passa dai negozi di vicinato che danno servizi e garantiscono vivibilità e vivacità la nostra preoccupazione è che invece si imbocchi ancora una volta una strada che ridurrà il numero delle imprese e i posti di lavoro. Ecco perché domani mattina su alcuni grandi quotidiani ci sarà una pagina pubblicitaria nella quale Confesercenti illustrerà le ragioni delle Pmi del commercio, del turismo e dei servizi. Un messaggio che va amplificato il più possibile e che Confesercenti rilancerà sulla stampa a più riprese.

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