Relazione del Presidente Nazionale Assofioristi Mario Selicato al Forum del 25 maggio u.s.

Ringrazio Marco Venturi, il nostro Presidente, della sua presenza a questa iniziativa cui teniamo molto perché intende testimoniare le potenzialità di un settore che può dare molto alla crescita del Paese e ringrazio i nostri ospiti che hanno accettato l'invito a discutere del futuro della floricoltura.
Se vogliamo trovare un efficace simbolo anticrisi potremmo dire che fiori e piante possono assolvere bene a questo compito, visto che le sensazioni che producono sono all'opposto dell'incertezza, dell'ansia, del senso di smarrimento che la lunga crisi economica ha portato fin dentro i comportamenti quotidiani di imprese e famiglie.
La prima considerazione obbligata è allora quella che ci spinge ad insistere sulle posizioni che Confesercenti ha sottolineato con determinazione in questi mesi: occorre reagire, occorre dare priorità a progetti di sviluppo, ricreare condizioni utili per investire e per fermare il calo dell'occupazione ed invertire la tendenza. E dobbiamo di conseguenza dare più attenzione ad un problema che sembra sparito dalle attenzioni di istituzioni e della politica: la situazione stagnante dei consumi che ormai da tempo aggredisce anche quelli primari, come lo sono i consumi alimentari scesi nel primo trimestre di quest'anno di oltre tre punti rispetto allo stesso periodo del 2010.
Le imprese, soprattutto le Pmi hanno fatto fronte alla crisi con grande tenacia ma le difficoltà non sono finite: la pressione fiscale viaggia su livelli fin troppo pesanti e nel nostro settore l'Iva contribuisce in modo non certo irrilevante tanto da farci chiedere a più riprese al Governo interventi che ne mitighino l'impatto sulla vendita di fiori e piante. La pressione fiscale del resto non va vista come una questione seria ma isolata: va inserita invece in un contesto quanto mai difficile nel quale l'accesso al credito resta molto complicato e la burocrazia rende la vita delle nostre imprese un impervio percorso ad ostacoli. Semplificare è ormai uno dei verbi più utilizzati dalla politica ma resta il fatto che poi nella vita concreta l'attività imprenditoriale deve fare i conti ogni giorno con tantissime e spesso inestricabili rigidità.
Ma se tutti rispettassero le regole potremmo dire che almeno sul terreno della concorrenza ci si muove tutti allo stesso modo. Ed invece non è così, visto che l'abusivismo specie in questo lungo periodo di crisi ha taglieggiato il nostro settore in modo pericoloso ed intollerabile.
L'abusivismo è una piaga che a macchia di leopardo tocca ormai molteplici settori economici e non va più sottovalutato perché probabilmente più il tempo passa e più sta diventando il centro di attività criminose delle varie mafie che operano nel nostro paese e non hanno certo avuto paura della recessione, anzi ne hanno fatto un punto di forza per occupare spazi economici e inquinare attività lecite. L'abusivismo insomma e' un danno grave che aumenta il deficit di legalità, che mette in crisi le imprese che agiscono onestamente, che inquina la qualità e getta un'ombra ingiusta su un intero settore.
Noi proponiamo che ci sia una svolta vera su questo tema: ci sembra infatti poco comprensibile che mentre nei confronti delle imprese ci siano controlli di ogni tipo, ripetuti, spesso in eccesso rispetto alle reali esigenze, quando poi si tratta di monitorare e arginare fenomeni come l'abusivismo non si vede l'ombra di coordinamenti fra le realtà istituzionali, sembra che non ci siano mai forze sufficienti da mettere in campo, e, soprattutto, si coglie una sostanziale indifferenza rispetto a queste forme di commercio del tutto sleale che certamente non garantiscono neppure i consumatori.
Malgrado tutto questo il settore è vitale, ha risposto bene alle insidie della crisi ed ha numeri ragguardevoli in termini di fatturato e di posti di lavoro. Sopratutto nel territorio si potrebbe cogliere questo patrimonio di iniziative imprenditoriali per valorizzarle, per incentivare la voglia di investire, per creare condizioni più favorevoli per le nostre attività. Attività che potrebbero - se sostenute da programmi condivisi fra Istituzioni locali e Associazioni di imprese - creare più occupazione e offrire opportunità soprattutto ai giovani.
Noi siamo sempre pronti e disponibili ad affrontare confronti seri e concreti che siano finalizzati a progetti di crescita economica e sociale.
Spesso si dice "dillo con un fiore": ed allora diciamo sviluppo, diciamo rilancio dell'economia dando anche più forza alla floricoltura italiana. Che resta uno splendido ambasciatore del nostro sapere fare impresa ma ha bisogno di fiducia, di scelte coerenti, di paletti forti che lo tutelino dalle attività illegali.
La nostra volontà di dialogo la esprimiamo proprio attraverso il dibattito che si avvia con questo nostro forum. Un modo costruttivo per ragionare insieme oggi per essere poi in grado di collaborare in futuro. Ecco perché abbiamo aperto la nostra riflessione a rappresentanti delle Istituzioni che ringraziamo caldamente per la loro disponibilità. Facciamo di questo momento un capitolo utile per garantire sempre meglio un domani migliore e prospettive di lavoro sempre più solide ed ampie. E chiediamo alle istituzioni di aiutarci e di contribuire a fare crescere le nostre imprese.
La formazione, nel nostro settore, è fondamentale, aiuta a diffondere la cultura del fiore e del bello, permette l'apprendimento di nuove tecniche e favorisce l'utilizzo dei prodotti meno costosi e le produzioni locali.
Chiediamo troppo se invitiamo ministero e assessorati a sostenere la nostra scuola e a supportare il nostro settore?

 

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