La Legge Finanziaria 2008 è lontana dalle piccole e medie imprese

Mario Selicato, Presidente Assofioristi 

Ancora non sappiamo come si concluderà l'iter della Legge Finanziaria 2008 e dei provvedimenti collegati. Puntualmente in autunno diventa il tema centrale della politica italiana, proprio perché è lo strumento politico e finanziario per programmare e formare il bilancio dello Stato. Articolata in tre provvedimenti (il disegno di legge finanziario, un decreto legge e un collegato che dovrà recepire l'accordo sul welfare), la Finanziaria 2008 ammonta a 11 miliardi. Per le imprese sono previste, accanto a significative semplificazioni, riduzioni delle aliquote dell'Ires e dell'Irap. Si poteva fare qualcosa di più sul fronte del taglio alla spesa pubbica per liberare risorse utili agli investimenti pubblici e alla crescita, mentre sul piano fiscale l'impressione è che si sia pensato alle grandi imprese e a quelle marginali, tagliando fuori le piccole e medie imprese, asse portante dell'economia italiana.

La situazione dell'economia non è delle più brillanti e la crisi dei mutui subprime americani ha fatto rivedere le previsioni di crescita: l'andamento del Pil è stato, infatti, rivisto al ribasso per il 2008 (dall'1,9% all'1,5%). Sarebbero opportuni interventi più incisivi per favorire l'espansione dei consumi delle famiglie, ma, purtroppo, ancora una volta ciò non è possibile a causa delle condizioni in cui versa la finanza pubblica del nostro paese. Pur di rispettare i parametri europei, anche questa Finanziaria non sembra orientata a realizzare investimenti indispensabili per innalzare il Pil potenziale del paese.

Le politiche promosse negli ultimi non hanno fornito risposte ai problemi dei fioristi: la proliferazione delle vendite promosse dalle associazioni umanitarie; la concorrenza sleale dei produttori agricoli attuata con le vendite al dettaglio; le tentate vendite degli ambulanti senza posto fisso; la modifica della tolleranza sugli scarti di prodotto. A tutto ciò si è aggiunta la concorrenza delle migliaia di punti vendita della grande distribuzione. Il fiore è un bene voluttuario e come tale risente maggiormente dei periodi di crisi. In una situazione sempre più difficile, diventano essenziali la professionalità e il servizio reso ai consumatori, cui devono essere sempre più garantiti un servizio personalizzato, la cura del particolare, la creazione di una linea propria, ben riconoscibile. Una strategia che può portare alla costituzione di un parco clienti fidelizzato.

La concertazione con le parti sociali scelta dal governo va bene. Per noi fioristi un esempio di dialogo costrutttivo è quello iniziato con la creazione degli studi di settore. In quell'occasione abbiamo avuto modo di esprimere le nostre considerazioni e di apportare alcune importanti modifiche ai parametri di valutazione. Oggi chiediamo più attenzione per la nostra categoria perché i fioristi sono una componente importante delle piccole e medie imprese. Occorre dare risposte efficaci alle loro istanze e allineare la loro

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